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Sebbene lo status di agente commerciale disciplinato dagli articoli 134-1 e seguenti del Codice di Commercio francese consenta di beneficiare di un’indennità di fine rapporto talvolta sostanziale, molti cercano di ottenere dai tribunali la riqualifica di questo rapporto commerciale come rapporto di lavoro dipendente, al fine di beneficiare di un regime potenzialmente più favorevole.

Secondo la giurisprudenza francese, l’esistenza di un rapporto di lavoro o di un contratto di agente commerciale non dipende né dalla volontà espressa dalle parti né dal nome del loro accordo, ma dalle condizioni concrete con cui viene svolta l’attività.

Il criterio per la riqualificazione è dato dall’esistenza di un rapporto permanente di subordinazione al committente, caratterizzato dallo svolgimento della propria attività lavorativa sotto l’autorità di un datore di lavoro che ha il potere di impartire ordini e direttive, di controllarne l’esecuzione e di sanzionare le violazioni.

Tuttavia, la riqualificazione non è così facile come si potrebbe pensare, in quanto le disposizioni dell’Articolo 1993 del Codice Civile francese stabiliscono che l’agente deve essere responsabile della sua gestione, il che implica che le istruzioni vengano impartite dal committente e che venga esercitato un controllo.

La Corte d’Appello di Nancy (21.03.2018 n. 17/02234), ad esempio, ha recentemente respinto una richiesta di riqualificazione sulla base del fatto che l’agente non era soggetto “a istruzioni, linee guida, condizioni o programmi da parte dell’azienda che andavano oltre quelli richiesti dal contratto di agenzia al punto da caratterizzare un rapporto di subordinazione“, dopo aver ritenuto che “il fatto che l’azienda richiedesse la partecipazione regolare alle riunioni fa parte del normale potere di controllo dell’agente”.

La Corte d’Appello di Parigi (20.03.2018 n. 16/12588) ha ricordato che il “lavoro all’interno di un servizio organizzato” costituisce “un’indicazione del legame di subordinazione solo quando il datore di lavoro determina unilateralmente le condizioni di esecuzione del lavoro”.

Tuttavia, la Corte di Cassazione (14.02.2018, n. 16-15240)  ha appena stabilito che il contratto deve essere riqualificato sulla base del fatto che l’agente “lavorava nei locali dell’azienda, appariva nelle sue e-mail, nella sua carta intestata e nei suoi biglietti da visita come appartenente all’azienda, era integrato nell’organizzazione del lavoro dell’azienda ed esercitava i suoi diritti come dipendente dell’azienda“, e che svolgeva la sua attività sotto gli ordini e i conti e del presidente a cui doveva rendere conto, ricevendo una retribuzione fissa mensile”, dimostrando che, in breve, è l’accumulo di questi indizi del vincolo di subordinazione, che riflette un vero e proprio eccesso di potere per imporre una contiguità totale e permanente al datore di lavoro, che porterà a una riqualificazione del rapporto di lavoro.

Anche la Corte d’Appello di Parigi (29.08.2018. n. 15/10479) ha appena riqualificato un contratto dopo aver notato un tale accumulo di indicatori: integrazione in un team e in una gerarchia; lavoro secondo le direttive del superiore; attività e risultati controllati; retribuzione mensile fissa; uffici e postazioni di lavoro nei locali dell’azienda; lavoro a tempo pieno nei locali; etc.

Avvocato Luca Membretti

Autore Avvocato Luca Membretti

Avvocato Italiano in Francia, esperto di diritto commerciale in ambito internazionale nonché di diritto societario italiano e francese. Opera in Francia attraverso la sede di Lione, è cofondatore dello studio legale internazionale MMSLEX, dirige la divisione italo-francese FrenchLex e fa parte degli avvocati fiduciari del Consulat General de France di Milano.

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