1. QUALIFICAZIONE GIURIDICA DEL CONTRATTO DI FRANCHISING SECONDO LA LEGGE FRANCESE
I franchisee sono distributori che offrono ai clienti i prodotti o i servizi di un fornitore; quest’ultimo fornisce loro anche, nella maggior parte dei casi, il suo know-how, il marchio e l’assistenza commerciale.
Sebbene il termine “contratto di franchising” sia di uso comune, non esiste una qualificazione giuridica che abbia definito il contratto di franchising come un contratto tipico, nel senso che né la legge né i tribunali hanno stabilito una definizione di questo contratto che imponga, l’applicazione di regole particolari e proibisca, in mancanza, l’applicazione di queste regole (nello stesso senso, concl. Jéol su Cass. ass. pl. 1-12-1995: RJDA 1/96 No. 7; T.com. Marsiglia 30-6-1999: Lettre distrib. settembre 1999 p. 3, giudicando che i contratti di franchising non possono avere una qualificazione giuridica unica perché coprono servizi legali eterogenei).
Certo, la giurisprudenza ha definito con precisione gli elementi costitutivi di un contratto di franchising (CA Parigi 28-4-1978: Cah. dr. entr. 1980/5 p. 5; CA Colmar 9-6-1982: D. 1982.553 nota Burst; CA Parigi 18-6-1992: RJDA 2/93 n° 106; CA Parigi 31-3-1993: RJDA 7/93 n° 613 e, in appello, Cass. com. 6-5-1997 n° 93-17.149). Infatti:
- la Corte d’appello di Parigi (28-4-1978) ha utilizzato il termine di contratto di franchising per statuire che il contratto contestato che le era stato sottoposto era un contratto di lavoro; così facendo, ha applicato non la qualifica del contratto di franchising che poi ha definito, ma quella del contratto di lavoro;
- la Corte d’Appello di Colmar ha espressamente determinato la qualificazione del contratto di franchising per giudicare, in definitiva, come il contratto contestato fosse stato qualificato come tale in base al fatto che le royalties dell’affiliato avevano una contropartita reale nei servizi dell’affiliante;
avrebbe però potuto giustificare questa soluzione trattando questo contratto come anonimo e rilevando che era obbligatorio in ogni contratto sinallagmatico che le obbligazioni di ciascuna parte avessero una contropartita in quelle dell’altra. - La stessa osservazione si può fare con riguardo alla sentenza della Corte di Giustizia delle Comunità Europee del 28 gennaio 1986 (GP 1986.198) che si è limitata a statuire, che le clausole del contratto di franchising che doveva analizzare, fossero legittime rispetto alle regole comunitarie di libera concorrenza (TFUE art. 101). Non ha però emanato quindi una norma che statuisse che il contratto di franchising aveva delle proprie regole e fosse tipizzato.